Procedure omogenee e più snelle per la presa in carico di quasi 3.400 utenti fragili, soprattutto anziani e disabili adulti e minori, inseriti in oltre 140 strutture. Un complesso “puzzle” costruito attorno ai bisogni di persone che necessitano di assistenza sociale e sanitaria, alle quali è chiamata a fornire risposte adeguate l’Area Servizio Socio Sanitario della ASL Bari. Da qualche tempo anche attraverso i percorsi semplificati del progetto denominato “Protocollo delle Procedure Amministrative per la Presa in Carico Socio Sanitaria”, i cui risultati sono stati presentati recentemente alla IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale “CIRSS” svoltasi a Lecce, presso l’Università del Salento, con la nutrita partecipazione degli assistenti sociali provenienti dai vari ambiti lavorativi del settore: Aziende sanitarie, Comuni, Terzo Settore, Ministeri, Università, soggetti pubblici e privati con progetti di ricerca e sperimentazioni innovative.
Nel corso della conferenza, la dott.ssa Cinzia Mongelli (responsabile dell’Ufficio Servizio Sociale Professionale e co-coordinatrice del progetto), su invito del Centro Studi “Iris Socialia”-SUNAS, ha illustrato il funzionamento del progetto. Che è innanzitutto frutto di un articolato lavoro interaziendale e multidisciplinare, cui hanno collaborato diversi uffici e servizi (Distretti, Dipartimenti, Servizi territoriali), con la “regia” dell’Area Servizio Socio Sanitario (Direttrice dott.ssa A. Ilaria Zingaro), articolazione del Dipartimento Governo della Domanda ed Offerta Sanitaria. Strutture e professionalità impegnate nella gestione, governo e monitoraggio delle liste d’attesa per l’accesso degli utenti in oltre 140 Strutture socio sanitarie residenziali e semiresidenziali pubbliche e private, Case per la Vita ed Hospice attive sul territorio provinciale.
Nel 2019 è nata l’esigenza di avviare un percorso di definizione uniforme delle procedure amministrative per la presa in carico socio sanitaria, anche alla luce dei nuovi Regolamenti Regionali nn. 4 e 5 del 2019, con i quali la Regione Puglia ha avviato la riprogrammazione del settore socio sanitario, adeguando gli standard strutturali ed organizzativi delle Strutture socio sanitarie ai nuovi LEA sociosanitari nazionali del 2017. Il Protocollo, revisionato annualmente, è principalmente uno strumento di lavoro che permette di definire, mettendoli in rete, attori e ruoli del percorso di presa in carico, di regolamentare le relazioni tra aree aziendali, strutture e servizi socio sanitari, di definire procedure e compiti, ma soprattutto di rendere omogenei i processi aziendali di accesso del paziente alle strutture residenziali e semi residenziali, facilitando la transizione del paziente in altre collocazioni assistenziali.
All’interno dell’Area Socio Sanitaria, in particolare, il Servizio Sociale Professionale – che garantisce supporto professionale al settore clinico – sanitario – individua i molteplici bisogni, espressi e latenti, della popolazione, soprattutto quelli delle persone in condizioni di fragilità e fornisce loro risposte concrete nel pieno rispetto dei diritti giuridicamente riconosciuti e del budget assegnato. La fase di analisi dei bisogni è particolarmente cruciale, poiché coinvolge direttamente il Dipartimento del Governo della Domanda e Offerta Sanitaria, il Dipartimento Assistenza Territoriale, i distretti, dirigenti e operatori ASL (assistenti sociali, medici referenti delle unità di valutazione multidimensionale-UVM, infermieri professionali), e le professionalità presenti nel Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento Dipendenze Patologiche e Dipartimento di Medicina dell’Età Evolutiva. In maniera indiretta, poi, il percorso chiama in causa anche i comuni e gli operatori degli Ambiti sociali territoriali, coinvolti nelle fasi decisionali ed operative della presa in carico delle persone in stato di bisogno socio-sanitario complesso e in condizione di non autosufficienza. La costante collaborazione e interazione con i suddetti servizi viene, inoltre, costantemente garantita con l’attivazione di conferenze di servizi multidisciplinari, con la partecipazione del Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento Dipendenze Patologiche, Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e Distretti, per la gestione di casi complessi e l’individuazione della risposta più appropriata per i bisogni dei pazienti. Parallelamente opera il settore amministrativo dell’Area Socio Sanitaria, preposto alla gestione amministrativo – liquidatoria delle prestazioni rese dalle strutture sociosanitarie, previo espletamento dei necessari controlli e verifiche previsti dalla vigente normativa, nonchè alla gestione dei rapporti contrattuali con le stesse.
Sono 3.383 i posti accreditati (per altrettanti utenti) attualmente gestiti dall’Area Socio Sanitaria della ASL Bari, distribuiti tra 144 strutture dotate di autorizzazione al funzionamento (necessaria per attivare i servizi) e accreditamento (previsto per garantire qualità dell’assistenza e dei servizi): criteri imprescindibili senza i quali non è possibile, da parte della ASL, commissionare alle strutture l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie e, quindi, procedere alla contrattualizzazione dei posti accreditati. L’obiettivo di questo processo, ora reso più fluido, è garantire al cittadino un servizio in grado di soddisfare il suo bisogno di assistenza a tutto tondo. In dettaglio, la ASL Bari attraverso l’Area Socio Sanitaria governa un sistema che comprende 54 Residenze Sociosanitarie Assistenziale per Anziani (R.S.S.A.) con posti di mantenimento ed assistenza estensiva Alzheimer, 36 Centri diurni socio-educativi e riabilitativi e 17 Centri diurni Alzheimer contrattualizzati per un totale 1.154 posti. Altri 1.730 posti sono complessivamente disponibili in 15 RSSA per disabili adulti con posti di mantenimento ed assistenza estensiva, 12 strutture “Dopo di Noi”, 6 Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA,) con posti ordinari e posti Alzheimer; i rimanenti posti sono distribuiti tra quelli riservati all’assistenza intensiva Alzheimer (229), 2 Hospice (50 posti) e 19 Case per la vita (circa 220 pazienti). Dal punto di vista dell’età degli utenti in carico, nelle strutture residenziali e semiresidenziali accedono persone con disabilità dai 18 ai 64 anni, mentre in quattro centri diurni vengono accolti disabili con un’età inferiore ai 18 anni. Nelle altre strutture dedicate agli anziani si può accedere dai 64anni in su e, in gran parte, si tratta di persone che necessitano di una assistenza anche di tipo sanitario. Le RSA, infine, sono strutture utilizzate da pazienti sia giovani sia anziani che hanno bisogno di un’assistenza socio sanitaria post ospedaliera a carattere più intensivo.
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